Thursday, March 20, 2008

Notti verticali

© Teodoro Lupo

Alberi persi nella neve o nella notte, misteriose scene verticali che popolano due lavori che si parlano tra loro: la serie Da qui come cieco del fotografo italiano Teodoro Lupo e il lavoro Forest dell'artista della Repubblica Ceca Jitka Hanzlová.

Trees lost in the snow or into the night, mysterious vertical scenes inside two series of images that speak one another:
Da qui come cieco (As if blind from this moment, roughly translated) by Italian Teodoro Lupo and Forest by Czech artist Jitka Hanzlová.

© Jitka Hanzlová

7 comments:

Anonymous said...

improponibile accostamento, imho

Anonymous said...

Condivido l’improponibile accostamento.
La fotografia dovrebbe essere letta non per il suo aspetto semplicemente estetico, ma anche per la ricerca individuale del fotografo, la sua capacità di trasmettere la propria visione in un contesto più ampio. Teodoro Lupo e Jitka Hanzlová appartengono a due mondi differenti. Forse si dovrebbe imparare a guardare i lavori nella loro interezza attraverso i libri…
f.

Fabio Severo said...

dire che due lavori 'si parlano tra loro' vuol dire che ci sono risonanze, non abbiamo voluto approfondirle perchè in questo caso volevamo semplicemente 'segnalare' i lavori. le differenze sono chiare, come è altrettanto chiaro che comunque si tratta di alcune tematiche e suggestioni analoghe affrontate in modo differente.
non è chiaro cosa c'è di 'improponibile' in tre righe di testo che menzionano il lavoro di due autori per farlo conoscere a chi magari non l'ha mai visto.

Anonymous said...

La questione non è tanto trovare le risonanze tra due lavori o segnalare l’esistenza di questo o quel libro. Il vero problema, se non si vuole rimanere sulla superficie delle cose, è cercare di approfondire quanto ci troviamo davanti tutti i giorni. Jitka Hanzlova, fotografa tedesca di origine ceca, con il libro “Forest” riesce a costruire un esemplare lavoro che allo stesso tempo si muove tra scoperta e conoscenza della foresta in cui andava quand’era piccola, prima di migrare verso la Germania. Se vogliamo andare oltre la foresta diventa la metafora del proprio passato, delle proprie origini e allora ogni singola immagine è la scoperta di un pezzo della propria storia, di un mondo intimo e nascosto. La fotografia assume il compito di portare fuori ciò che intimamente rimane dentro di noi e il libro lo strumento per raccogliere e fare ordine del proprio mondo nascosto.
Come altri fotografia migrati in Germania, cito solo Zoltán Jókay come esempio, molti fotografi stanno lavorando tra documentazione e intimità, alla ricerca di una relazione che metta a fuoco le proprie molteplici culture.
Veniamo a Teodoro Lupo. Come si fa a parlare di una lavoro in cui le fotografie assumono il nome di Ben, Otto, Zio Tom? Ma soprattutto che relazione si può trovare con quelle della Hanzlova? Vorrei tanto capirlo…
Non basta segnalare i lavori, dobbiamo/possiamo andare oltre.

Jörg Colberg ci sta abituando male e il suo modo di parlare della fotografia è sempre più superficiale e bulimico, forse ce ne possiamo staccare e rappresentare la differenza.
f.

Fabio Severo said...

grazie dell'approfondimento e del modo interessante in cui hai parlato del lavoro di Jitka Hanzlová. se la nostra occasionale (ci auguriamo) superficialità produce scambi di opinioni di questo tipo allora potremmo ripeterla spesso...

Anonymous said...

col dire che l'accostamento è improponibile intendevo semplicemente dire che di questi due autori e progetti, uno è piuttosto interessante, l'altro molto meno

comunque si tratta di una modalità efficace per porre l'attenzione su alcuni titoli specifici, e riuscire anche a sollecitare interventi da parte dei lettori in merito al confronto suggerito

[imho]

teodoro lupo said...

Credo che l'intimità possa essere, ad esempio, un punto di relazione tra Von hier an blind e Forrest. Ma credo che in effetti ci sia più distanza (il che non dovrebbe impossibilitare quel dialogo che si augurava hippolyte, e che mi sembra che i commentatori abbiano interpretato invece come confronto) che contatto tra queste due serie. Questo rimanendo alle foto. Per quel che riguarda me e la Hanzlová, siamo sicuramente persone diverse, com'è giusto che sia, ma conoscere piuttosto bene la sua storia perché nota, e non la mia, non dovrebbere rendere le sue foto più apprezzabili. Anonimo f. dice di "andare oltre", per esempio sfogliando il libro che contiene la serie completa e non queste poche immagini digitalizzate, magari leggere il testo contenutovi in cui si accenna ai nomi delle foto; a me che ne conosco il perché non sembrano così osceni (e ammetto che sono stati generalmente apprezzati, ogni relazione foto - nome è una storia)
Grazie della discussione. a presto.