Wednesday, December 12, 2007

Storia infame, Cap. II

Ando Gilardi, Autoritratto alla maniera del 'Photomaton', 2003

Nella passata menzione ad Ando Gilardi, fotografo e storico della fotografia (per citarci), abbiamo mancato di ricordare il suo ultimo libro, uscito nel 2007. Si tratta di una conversazione/intervista tra lui e la sua collaboratrice di lunga data Patrizia Piccini.
Libro che andrebbe letto anche solo per due, o forse tre ragioni: primo, perchè è lui; secondo, per il titolo, Meglio ladro che fotografo, che da solo vale un libro; terzo, per quello che già l'avvertenza d'apertura dice:

'L'opera migliore dell'Illuminismo, forse la sola che valga la pena di ricordare, la scrisse Diderot e porta il titolo 'Giacomo il fatalista e il suo padrone' (1796). È meno nota di tante; da chi dice di averla capita viene definita un'analisi sulla psicologia del libero arbitrio e del determinismo. Che sono parole prive di senso'.
[...]

'Prima della mia partenza, perché devo andare lontano, abbiamo deciso di pubblicare qualcosa dei nostri dialoghi nello stile incantevole di quelli del libero servo e del suo servo padrone. Magari potrete trovarli piacevoli; se non lo fossero vi basta non leggerli. Ma supponiamo li legga un giovane che vuole fare il fotografo: allora diventano indispensabili'.


Grazie, Ando.


In our past mention to Ando Gilardi, photographer and photography historian (to quote ourselves), we did not remember his last book, released in 2007. A book that is worth reading even just for two, or maybe three reasons: first, because it was written by him, second for its title, 'Better to be a thief than a photographer', which alone makes the book worth reading; third, for his opening note, reading:

'The best work produced by the Enlightenment, maybe the only worth being remembered, was written by Diderot and has the title of 'Jacques le fataliste et son maître' (1796). It is less known than many others; who declares having understood it defines it as an analysis over the psychology of the free will and of the determinism, which are meaningless words'.
[...]

'Before my departure, and since I have to go far, we decided to print something of our dialogues in the enchanting style of those between the free servant and his master. You might find them pleasant; should it not be so, then you can simply not read them. But let's assume a young person who wants to be a photographer should read them: they would then become indispensable'.
(Our translation)

Thank you, Ando.

3 comments:

Boskizzi said...

Gilardi, un grande. Ti segnalo questa recente intervista, uscita tra i featuring di design(radar.

Fabio Severo said...

link davvero interessante, grazie.

Anonymous said...

Grazie per la segnalazione, mi è arrivato oggi e mi già faccio fatica a smettere di riflettere su quelle due pagine che sono riuscito a leggere...