Saturday, December 22, 2007

Albe cinesi


Sze Tsung Leong ha lavorato sulle frenetiche trasformazioni urbane della Cina contemporanea. Le sue immagini (grande formato, composizioni che spesso cercano la simmetria visiva) mostrano gli strati delle città che si disfano, lasciando spazio ai volumi giganti delle nuove costruzioni. Ovviamente Leong non è stato il solo ad occuparsi delll'argomento in questi ultimi anni: accanto a lui ci sono ad esempio le superstar Edward Burtynsky e, in parte, Robert Polidori.
Da leggere alcune interessanti considerazioni di qualche mese fa sul blog From this moment, dove ci si interroga sulle analogie visive tra questi fotografi (includendo anche Andreas Gursky): la domanda che ne viene fuori è se le immagini, nel loro somigliarsi, abbiano la loro principale qualità nella loro pura forza artistica oppure nell'approccio visivo sul contemporaneo e nell'idea di accesso a determinati luoghi che esse trasmettono.
Aggiungerei che con una fotografia in generale il dubbio da sciogliere sia anche se la sua forza risiede nella sua totalità in quanto immagine oppure nell'oggetto fotografato che mostra.
Bisognerà tornarci sopra...
Nel frattempo, un'intervista con Sze Tsung Leong.

Sze Tsung Leong worked on the frenetic urban transformations in contemporary China. His images (large format, compositions often aiming at visual simmetry) show the dissolving of the cities' layers, leaving space to the gigantic volumes of the new buildings. Leong obviously is not the only one to deal with the subject in these last years: next to him we have superstars Edward Burtynsky and, in part, Robert Polidori, for example.
Some interesting considerations were made a few months ago on the blog From this moment, where the question was about the visual analogies among these photographers (also including Andreas Gursky): doubt is if their images, in their resemblance, hold their main quality in their pure artistic force or rather in the visual approach to the contemporary and in the idea of access to certain spaces that they communicate.
I would add that when dealing with a picture, in general, the doubt is also if its own force is in the image it represents as a whole or in the photographed object that it shows.
We'll have to come back to this...

In the meantime, an interview with Sze Tsung Leong.

3 comments:

MATANZAS REST HOUSE said...

Rinnovo i complimenti per il Blog.

"Aggiungerei che con una fotografia in generale il dubbio da sciogliere sia anche se la sua forza risiede nella sua totalità in quanto immagine oppure nell'oggetto fotografato che mostra.
Bisognerà tornarci sopra..." : mi sembra un falso antico problema.

Fabio Severo said...

Grazie ancora per i complimenti.
Che il problema sia antico non c'e' dubbio, che sia falso non ne sono sicuro. Sempre di piu' mi sembra che le immagini vengano fruite per il loro 'scopo' o per il loro 'oggetto' (che spesso e' semplicemente l'argomento), sempre meno si riflette (o si studia, o si scrive) sulla comunicazione percettiva che le immagini fanno. In fotografia tutto cio' accade in misura enorme.

Anonymous said...

In realtà nel mondo si riflette, si studia ed anche si scrive su tutto; riguardo questi argomenti poi, che possiamo definire estetici, abbiamo a disposizione trattazioni amplissime. Detta questa banalità, aggiungo che la cosa forse più importante è il porsi problemi, anche, e direi soprattutto, se da qualche parte, in un qualche scafale tra gli infiniti scafali, le nostre questioni trovano già una risposta. Mi sembra che dal tuo Blog emerga una curiosità che non può non sorgere se non dal vivere problematicamente e quindi positivamente il ruolo dell'immmagine nella fotografia; per questa ricca ingenua ricerca mi complimento.