Thursday, June 5, 2008

"The man who sells everything"

© Cairn Press

Così Time chiamava nel dicembre 1960 Stanley Marcus, uno degli artefici del successo internazionale della catena di negozi rivenditori di beni di lusso Neiman Marcus.
A pochi anni dalla sua morte, la figlia Jerrie Marcus e la nipote Allison V. Smith hanno dato alle stampe Reflection of a Man, il libro che raccoglie una selezione delle oltre 6000 fotografie che Marcus ha scattato nella sua vita. Ne viene fuori un’affascinante viaggio nel passato fatto di sorrisi, piscine, oggetti e vestiti all’ultimo grido, accessori vintage (retrospettivamente, ovvio) e anche una visione realmente interessante, un’aria di Lartigue: in fondo erano straricchi tutti e due…
Qui un set Flickr di immagini scattate da Marcus, qui un assaggio del libro.

This is what Time wrote on December 1960 about Stanley Marcus, the man who made the success of the luxury retailer Neiman Marcus.
A few years after his death in 2002, daughter Jerrie Marcus and granddaughter Allison V. Smith made a book with a selection from the 6000 photographs he took during his life,
Reflection of a man. The result is a fascinating sequence of swimming pools, people smiling, latest trends in gadgets and clothes, vintage objects (retrospectively, of course), but also a truly interesting vision, with a strong taste of Lartigue: they were both ultra-rich, after all…
A Flickr set of images by Marcus here, and a booktease here.

© Cairn Press

1 comment:

fabusdr said...

bello, anche se le due foto che avete messo in accompagnamento all'articolo sono una spanna sopra rispetto alla maggior parte delle altre che ho visto su flickr.
in ogni caso mi ha sempre stupito come la raccolta di molte fotografie per certi versi banali aggiunge un senso profondo.
recentemente poi si è fatto un gran parlare delle foto di Jamie Livingston
http://photooftheday.hughcrawford.com/
e anche li ce ne sono molte splendide.
certo, in certi casi c'è un bello sguardo, poi il fascino che deriva da un'epoca ormai conclusa, quei vestiti, quei colori da pellicole vintage, quegli atteggiamenti.
però è impossibile non sentire presente, forte, la sensazione di una vita che passa. del tempo, delle persone, del vissuto.
certo, su camera obscura mi batto contro l'idea che la fotografia sia unicamente riproduzione della realtà, ma il fatto che ne sia traccia, il fatto che, come in questo caso, ci racconti qualcosa, per quanto distorto, di queste vite, è uno dei più bei regali che ci possa fare.